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Lavori pubblici: investire il 3% del Pil
Realizzare le infrastrutture con continuità di programmazione e di risorse, maggiore efficienza e rapidità nella spesa

Il presidente dell’Ance Paolo Buzzetti incalza in questa direzione il nuovo Governo sul tema delle opere pubbliche dell’edilizia, durante il convegno Ance in corso questi giorni a Ischia.
L’Italia deve recuperare "l’impotenza decisionale" che l’ha bloccata negli ultimi 15 anni, e investire come nel resto d’Europa il 3% del Pil in opere pubbliche, anzichè il 2% medio degli ultimi 10 anni.
Occorre inoltre un progetto di legge in materia di appalti, che ridefinisca le soglie di anomalia, introduca criteri di qualificazione meno rigidi sul fatturato, consenta il subappalto libero per le opere specialistiche e salvaguardi le imprese dai rincari delle materie prime. "I prezzi del ferro per il cemento armato – ha detto il presidente Ance – sono cresciuti da dicembre a oggi del 93%, e molte imprese per questo rischiano il fallimento. Bisogna introdurre seri e nuovi meccanismi per l’adeguamento dei prezzi contrattuali, per aumenti dei costi di produzione oltre una certa soglia".
L’Ance chiede anche regole certe e unitarie in tutta Italia sulla certificazione energetica degli edifici, per far sì che decolli il mercato della bio-edilizia che ha grandi potenzialità. E il rilancio delle politiche della casa, soprattutto con incentivi alle imprese per realizzare alloggi da affittare a canone calmierato.


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