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La Corte UE torna su terre e rocce da scavo
Con la sentenza C-195 /05 del 18 dicembre 2007 la Corte UE boccia ancora le norme italiane che vìolano le disposizioni comunitarie in tema di rifiuti

Con la sentenza C-195 /05 del 18 dicembre 2007 la Corte UE ha bocciato ancora quelle norme italiane che, violando le disposizioni comunitarie in tema di rifiuti, nel regime anteriore all’entrata in vigore del Codice Ambientale (D. Lgs. 152/06 che permette il riutilizzo di terre e rocce da scavo al di fuori del regime dei rifiuti secondo particolari regole) escludevano da questa categoria “le terre e le rocce da scavo destinate all’effettivo utilizzo per reinterri, riempimenti, rilevati e macinati, con esclusione di materiali provenienti da siti inquinati e da bonifiche con concentrazione di inquinanti superiore ai limiti di accettabilità stabiliti dalle norme vigenti”.

La pronuncia della Corte mette sotto accusa le norme italiane di cui alle leggi 93/2001 e 443/2001 che avevano modificato parzialmente il Decreto Ronchi, attualmente non più in vigore per effetto della sua sostituzione con l’attuale disciplina contenuta nell’art. 186 del D. lgs. 152/2006, decreto che è stato oggetto, nei mesi scorsi, di un notevole intervento di correzione/integrazione legislativa.

Il decreto correttivo sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

Leggi l’approfondimento di Paolo Costantino Terre e rocce da scavo: un particolare esempio di sottoprodotti

 


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