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Emilia Romagna, emergenza abitativa: Rimini vuole più fondi
Nota della Provincia: individuare aree per realizzare alloggi, recuperare patrimonio immobiliare esistente, contrattare fondi regionali aggiuntivi programmati

Questi i punti principali dell’ordine del giorno sulle politiche abitative approvato dal Consiglio provinciale. Sull’ultimo punto la Provincia intende chiedere alla Regione di rimediare alla penalizzazione subita dalla realtà riminese nella ripartizione della fetta emiliano romagnola, pari a 32 milioni di euro, delle risorse stanziate in finanziaria 2008 per l’acquisto, la costruzione e la ristrutturazione di alloggi a canone agevolato. Inoltre a Regione, Cipe, ministero delle Infrastrutture, verrà chiesta la classificazione del territorio provinciale come "ad alta tensione abitativa".

La nota della Provincia:
Forse non è emergenza, ma di certo è un problema sempre più acuto. La questione casa ha tenuto banco ieri in Consiglio provinciale, dando vita ad un confronto proficuo e contraddistinto da una forte sintonia di accenti fra maggioranza ed opposizione.

Il dibattito si è avvalso dell’apporto del presidente di Acer Rimini, Cesare Mangianti, degli assessori al ramo dei Comuni di Rimini e Riccione, Anna Maria Fiori e Morena Cevoli, del segretario della CISL riminese, Massimo Fossati, a nome delle tre confederazioni sindacali, e dell’avvocato Alberto Fabbri in rappresentanza dell‘Associazione dei piccoli proprietari, e si è concluso con l’approvazione all’unanimità di un ordine del giorno che riassume l’orientamento dell’Amministrazione provinciale in tema di politiche abitative.

Tre, in sintesi, i punti focali. In primo luogo un impegno nei confronti dei Comuni, titolari delle competenze dirette in materia, affinché individuino aree pubbliche da destinare alla realizzazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica; quindi l’obiettivo di lavorare, in accordo con i municipi, al recupero del patrimonio immobiliare esistente, sia nelle zone periferiche che nei centri storici; infine l’apertura di una contrattazione con la Regione con lo scopo di ottenere l’assegnazione di una cospicua quota dei fondi regionali aggiuntivi programmati per l’edilizia pubblica (una cifra oscillante fra i 15 ed i 18 milioni di euro).

Quasi a titolo di "risarcimento" per la penalizzazione subita dalla realtà riminese nella ripartizione della fetta emiliano romagnola, pari a 32 milioni di euro, delle risorse stanziate in finanziaria 2008, oltre 550 milioni, per l’acquisto, la costruzione e la ristrutturazione di alloggi a canone agevolato.

La questione casa in provincia di Rimini ha i connotati tipici di una realtà metropolitana ed è racchiusa in due dati: il 72% dei residenti ha un’abitazione di proprietà, il resto paga un affitto. Per la schiera degli affittuari la vita in questi anni è diventata sempre più dura. Lo squilibrio fra domanda ed offerta, un mercato "drogato" dalla stagionalità e dall’esplosione di richieste di studenti ed immigrati in crescita vertiginosa hanno fatto schizzare verso l’alto il costo degli appartamenti e delle pigioni. L’impatto della locazione sui redditi familiari a Rimini è fra i più alti nella nostra regione, secondo solo a Bologna. Aumenta il numero delle famiglie in grave difficoltà e che vanno ad ingrossare lo spazio del disagio sociale.

"La mano pubblica può agire in due direzioni – ha affermato Fabrizio Piccioni, assessore provinciale alle Politiche abitative – quella di incrementare l’offerta di alloggi di edilizia residenziale pubblica e quella di coprire parte delle spese per l’affitto dei più bisognosi".

E l’efficacia degli interventi è direttamente proporzionale alla capacità di "fare sistema", al livello di concertazione fra enti ed istituzioni locali sia pubbliche che private.

"Si sta allargando l’area della società riminese cui il mercato della casa non riesce a dare risposta soddisfacente. Penso, ad esempio, agli anziani soli, agli immigrati, alle giovani coppie, ai precari ed alle famiglie monoreddito – ha dichiarato il presidente Ferdinando Fabbri, tirando le fila del discussione – A fronte di questa situazione occorre incrementare le politiche pubbliche, soprattutto in termini di qualità. Espandere la disponibilità di canoni d’affitto accessibili, integrare il reddito familiare e rivedere la pressione fiscale che grava sugli immobili sono le vie da battere".

fonte: www.newsrimini.it

 


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