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Riforma professioni: commento del CNI sul testo Mantini-Chicchi
No all’unificazione di ingegneri junior, geometri e periti nell’Ordine dei tecnici laureati per l’ingegneria

Il PdL Mantini-Chicchi sulla riforma delle professioni definisce un sistema basato sulla dicotomia Ordini/professioni regolamentate – Associazioni/professioni associative; per Ordini/professioni regolamentate si prospetta una riorganizzazione fondata su accorpamenti e riduzione delle attività riservate agli iscritti (senza l’esplicita garanzia della permanenza degli Ordini e Collegi attualmente esistenti); per Associazioni/professioni associative, il riconoscimento pubblico mediante iscrizione in un apposito Registro istituito presso il Ministero della giustizia e la possibilità di rilasciare attestati di competenza ai propri iscritti. Ordini e associazioni sono quindi equiparati, per compiti e funzioni e a livello istituzionale.

Nel dicembre scorso il Centro Studi dei Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) ha pubblicato le proprie osservazioni sulla proposta di legge: sono i "Primi commenti alla proposta di disegno di legge di riforma delle professioni presentata dagli On. Pierluigi Mantini e Giuseppe Chicchi alle Commissioni riunite II e X della Camera dei deputati il 7 novembre 2007".
Il CNI attacca il testo, e parla di “grave attacco all’ingegneria italiana”, riferendosi proprio alla proposta di accorpare in un solo ordine i laureati di primo livello e i tecnici diplomati (Capo II, art. 5 del progetto di legge). La norma impone ai laureati triennali di matrice tecnica l’obbligo di iscriversi al nuovo Ordine. Anche gli ingegneri junior sono contrari a tale proposta.
Nel commento si segnala inoltre che all’Ordine professionale sono assegnati, per la prima volta in modo esplicito, compiti di rappresentanza istituzionale dei propri iscritti; mentre, per quanto riguarda la libera negoziabilità dei minimi tariffari, il PdL introduce una specifica eccezione prevedendo che per le gare di progettazione di lavori ed opere pubbliche lo sconto sui minimi non potrà eccedere un terzo dei minimi tariffari previsti.

Sul testo si sono espressi anche, nei mesi scorsi, con opinioni contrastanti, il Comitato Unitario delle Professioni (CUP) e il Coordinamento Libere Associazioni Professionali (Colap).

L’esame riprenderà la prossima settimana alla Camera.

 


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