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Emilia Romagna: pronto il "pacchetto" casa
Gli interventi proposti nel primo bando del "Programma tre mila alloggi" e il piano di recupero degli alloggi pubblici sfitti

Sono oltre 2700 gli alloggi in tutta l’Emilia-Romagna, per cui è stata presentata domanda di realizzazione da parte dei Comuni e delle imprese costruttrici in risposta al primo bando della Regione per l’attuazione del "Programma tre mila case in affitto" chiuso lo scorso ottobre.
Per contrastare il disagio abitativo la Regione ha promosso anche il programma "Nessun alloggio pubblico sfitto" che prevede il recupero di 1309 alloggi attualmente vuoti e di proprietà pubblica utilizzando le risorse del cosiddetto "tesoretto" che lo Stato ha destinato all’emergenza casa. Per il recupero degli alloggi pubblici vuoti all’Emilia-Romagna andranno risorse per 32 milioni di euro.
Per il "Programma tre mila case in affitto" la Regione ha invece stanziato 90 milioni di euro a finanziamento del "Fondo di rotazione", lo strumento finanziario che servirà ad abbattere l’onere degli interessi sui mutui agevolati che le banche concederanno alle imprese per realizzare gli interventi.
La partecipazione al bando è stata alta e superiore alle aspettative e le risorse stanziate dalla Regione per il Fondo di rotazione permetteranno al momento di realizzare circa 1400 alloggi.
Sono 28mila le famiglie in lista di attesa in Emilia-Romagna per un alloggio sociale, mentre le domande per il Fondo sociale per l’affitto toccano le 50 mila.

Il programma 3 mila case
I Comuni e le imprese che hanno risposto al bando regionale hanno presentato domande – la cui valutazione di merito e la conseguente formulazione della graduatoria sarà realizzata nelle prossime settimane – per realizzare 2.736 nuovi alloggi di cui 1.613 saranno destinati all’affitto permanente, 322 alla locazione a termine ed i restanti 801 alla proprietà.
La partecipazione al bando è stata molto elevata e superiore alle aspettative. Le domande infatti sono state 168 delle quali 163 per la realizzazione di alloggi. Le restanti 5 domande prevedono la realizzazione di 686 posti letto (studentati in genere) concentrati nelle province di Modena (2 interventi e 613 posti letto) , di Parma (1 intervento e 24 posti letto) e Piacenza (2 interventi e 49 posti letto).
Guardando all’articolazione sul territorio, la provincia nella quale è stato presentato il più alto numero di interventi è Reggio Emilia con 34, seguita da Parma con 31 e da Modena con 28. Al primo posto invece per numero di alloggi previsti è Bologna con 720 abitazioni seguita da Reggio Emilia con 627 e da Parma con 453.
Dei 1613 alloggi destinati alla locazione permanente 765 sono stati proposti da imprese e cooperative di costruzione e 848 da operatori pubblici.

Fondo di rotazione e fondo di garanzia
Il "Programma 3 mila case in affitto e in proprietà" è reso possibile da due innovativi strumenti di intervento finanziario adottati dalla Regione.
Il primo è rappresentato da un "fondo di rotazione" per abbattere l’onere degli interessi sui mutui agevolati che le banche concederanno per realizzare gli interventi. Il fondo ha già una dotazione di risorse regionali di 90 milioni di euro che permetterà di abbattere fino a un massimo del 50% il costo degli interessi relativi ai mutui accesi per la realizzazione degli alloggi in proprietà e fino a un massimo del 60% per gli alloggi da destinare alla locazione permanente. Il meccanismo operativo del fondo permette di recuperare nel tempo i contributi anticipati e di ricostituire in tal modo la disponibilità di risorse necessarie per finanziarie altri interventi. Inoltre il Fondo è aperto anche all’apporto di altri soggetti, quali ad esempio le Fondazioni, che perseguono finalità sociali.
L’altra novità è, costituita da un fondo per la concessione di fidejussioni agli istituti di credito a garanzia del pagamento delle rete di ammortamento dei mutui da parte di famiglie che possono avere discontinuità di reddito nel tempo: lavoratori anche atipici, giovani coppie, liberi professionisti. Tale fondo è già finanziato dalla Regione con 2 milioni di euro.
Per la gestione del Fondo di rotazione e del Fondo di garanzia, l’assessore Gilli ha firmato con i rappresentanti delle banche due specifiche convenzioni. Gli istituti di credito che hanno sottoscritto sono: Cassa di Risparmio in Bologna Spa, Unicredit Banca Spa, Monte dei Paschi di Siena, Antonveneta, Banca Etruria, Banca di Piacenza, Banca Popolare dell´Emilia Romagna, Banca Popolare Italiana, Banca Popolare di Milano, Banca Popolare di Ravenna, Banca Popolare di San Felice sul Panaro, Banca Popolare di Sondrio, Banca Popolare Valconca, Banco Popolare di Verona e Novara/ Banco di San Geminiano e San Prospero, Banca Italease.
L´assessore Gilli ha firmato anche una convenzione con le imprese e le cooperative di costruzione per l’accreditamento e la qualificazione degli operatori.

Programma di recupero
Rapidità di immissione nel circuito di assegnazione di alloggi di proprietà pubblica, minor costi ma soprattutto contenimento di consumo di nuovo territorio e recupero di un ingente capitale che se lasciato a se stesso subirebbe un processo di degrado.
Sono questi i criteri che hanno spinto la Regione Emilia-Romagna – in accordo con Comuni e Province – a recuperare, alloggi pubblici vuoti (per la cui manutenzione non c’erano risorse) nell’ambito del programma straordinario di edilizia residenziale pubblica finanziato con risorse del cosiddetto “tesoretto" che lo Stato ha destinato all’emergenza casa (articolo 21 del decreto legge 159/2007).
Gli interventi sono localizzati nei Comuni capoluoghi di provincia, in quelli ad essi limitrofi con oltre 10 mila abitanti e nei comuni ad elevata tensione abitativa: gli alloggi risistemati debbono essere destinati in via prioritaria ai soggetti sottoposti a procedure esecutive di sfratto.
In questi Comuni sono stati censiti 1.309 alloggi, su un totale 1850 in tutta l’Emilia Romagna, che saranno recuperati con i fondi statali per una spesa complessiva di 32 milioni di euro.
Il loro recupero è parte del più ampio programma promosso dalla Regione “Nessun alloggio pubblico sfitto" che nel 2008, attraverso la collaborazione con gli enti locali proprietari degli alloggi, punta a recuperare i restanti alloggi del territorio emilian-romagnolo.

(fonte: www.regione.emilia-romagna.it)

 


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