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Sardegna, arriva l’internalizzazione per la progettazione delle opere regionali?
La Regione aveva già provato a introdurla con la Finanziaria 2015. I professionisti l'avevano bloccata

La norma della Regione Sardegna che protende per un’internalizzazione della progettazione, vale a dire per l’utilizzo di professionisti dell’Azienda Regionale per l’Edilizia Abitativa (AREA), è contenuta nel disegno di legge unificato 110 -181 -207/A che riforma l’AREA stessa.

Il Consiglio nazionale degli Ingegneri l’ha duramente criticata: “L’idea della Regione è quella di utilizzare i professionisti che lavorano in AREA come progettisti per le diverse opere in programma sul territorio regionale in modo da internalizzare il costo della progettazione invece che rivolgersi agli studi esterni”

All’Art. 13 sono previsti tra le fonti di finanziamento all’Azienda Regionale i “compensi per spese tecniche e generali o per altre attività, compresi i servizi di ingegneria ed architettura, per opere delegate o di interesse regionale”.

Quindi l’AREA si finanzierà anche dai compensi per i servizi di ingegneria a cura dei tecnici interni all’Azienda. L’altra fonte di sostentamento è rappresentata dai canoni di locazione degli alloggi di edilizia sociale e canoni di immobili in proprietà o affidati in gestione. La Sardegna aveva già provato a introdurre tale norma attraverso la Finanziaria 2015, per tentare di ridurre i costi della progettazione. Le reazioni del mondo dei professionisti di settore a livello nazionale però aveva bloccato l’iniziativa.

Il CNI è severo anche questa volta: l’internalizzazione della fase progettuale è pericolosa e molto costosa per la collettività. Il Nuovo Codice dei Contratti Pubblici ha infatti escluso questa modalità sulla base dei dati che evidenziano un aumento spropositato dei costi e l’insostenibilità dei tempi di realizzazione delle opere pubbliche così progettate. 

Gaetano Nastasi, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Cagliari: “La Regione ci riprova ma andare avanti su questa strada vorrebbe dire da una parte allontanarsi da quanto una PA moderna dovrebbe fare, ovvero concentrarsi su pianificazione e controllo dei procedimenti, dall’altra esporsi a un aumento dei costi e dei tempi di realizzazione delle opere”.


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