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Riforma del Catasto: in cosa consiste?
Continua la tensione nel governo per la riforma sul catasto, pensata per far emergere nei registri pubblici terreni e immobili “fantasma”, ossia quelli non registrati  

L’obiettivo della riforma è quello del ripensamento del catasto a fini “statistici”.

La statistica punta ad “attribuire a ciascuna unità immobiliare, oltre alla rendita catastale determinata secondo la normativa attualmente vigente, anche il relativo valore patrimoniale e una rendita attualizzata in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato” (comma 2, lettera a dell’articolo 6).

Per raggiungere l’obiettivo, dovrebbero essere messi a punto modelli e strumenti organizzativi per rendere più facile la circolazione e la condivisione di documenti tra gli uffici comunali e l’Agenzia delle Entrate.

Stabilire il valore patrimoniale dell’immobile

Il testo prevede in aggiunta per ciascun immobile venga determinato anche il valore patrimoniale e una rendita che sia calcolata sui parametri del mercato.

Il traguardo, allora, è una redistribuzione dei pesi, con l’«invarianza del gettito» complessivo già promessa in passato ma mai tradotta in meccanismi attuativi, oppure un aumento delle tasse sulla casa per tagliare quelle sul lavoro? La discussione è aperta, e promette di restarlo per molto. Perché la monumentale opera di revisione promette di rendere disponibili i nuovi numeri nel 2026. E sarà il governo di allora a dover decidere come utilizzare il frutto di quei calcoli.

 


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