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Riforma Conferenza dei servizi, l'allarme lanciato da Legambiente
A parere dell'associazione le procedure previste in materia di VIA renderebbero più difficile la tutela dell'ambiente e non soltanto

Riforma della Conferenza di servizi, tra fattori positivi e negativi. La modifica alla disciplina predisposta attraverso le bozze di decreto legislativo che il Governo ha approvato nei giorni scorsi in relazione all’attuazione della Riforma della Pubblica Amministrazione voluta dal Governo Renzi (legge 124/2015), da una parte semplifica le procedure ma al contempo, in materia di valutazione di impatto ambientale (VIA) e di beni culturali, rende più difficile la tutela dell’ambiente e del paesaggio.

Queste le osservazioni espresse da Legambiente sulla riforma dell’istituto in una lettera indirizzata ai ministri Marianna Madia (Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione), Dario Franceschini (Ministro per i beni e le attività culturali), Gianluca Galletti (Ministro dell’Ambiente), Federica Guidi (Ministro dello Sviluppo Economico) e Graziano Delrio (Ministro delle Infrastrutture).

Due gli elementi evidenziati da Legambiente: la valutazione di impatto ambientale (VIA) e la tutela dei beni culturali e paesaggistici. Secondo l’associazione “le procedure previste in materia di VIA e di beni culturali non solo renderebbero più difficile la tutela dell’ambiente e del paesaggio ma, incredibilmente, renderebbero le procedure più complesse e inefficaci, invece che più semplici e veloci come era nell’intento del governo”. Ma soffermiamoci sul primo aspetto.

A parere di Legambiente, le modifiche trasformano la procedura di VIA da un parere tecnico-scientifico espresso da una commissione terza e imparziale in una vera e propria conferenza dei servizi decisoria che acquisisce tutte le autorizzazioni, i pareri, le concessioni, le licenze, i concerti e i nulla osta, anche non ambientali, necessari per la realizzazione del progetto.

Nella lettera infatti si parla di “un meccanismo che crea incertezza e confusione (dato che alcuni enti dovrebbero dare il parere sul progetto preliminare e altri su quello esecutivo, quando la Via si fa sul definitivo) e che introduce il rischio di dover convocare una seconda conferenza di servizi per autorizzare definitivamente l’opera”.

L’associazione stigmatizza anche l’intervento che prevede di cancellare la Conferenza di VIA istruttoria che oggi permette di semplificare il percorso di approvazione dei progetti, visto che in questo ambito l’Autorità competente acquisisce tutte le determinazioni dei diversi Enti, prima di far formulare alla Commissione VIA il prescritto parere sul progetto definitivo: “Davvero non si comprende la ratio posta alla base di queste modifiche e l’utilità ai fini della semplificazione delle procedure”.


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