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Dissesto idrogeologico: necessario un cambio di passo strategico
Le parole di Carlo Malgarotto, presidente del Consiglio regionale dei Geologi della Liguria: "La scusa dell'evento eccezionale non sta più in piedi"

Il grande tema della lotta al dissesto idrogeologico sta occupando (a ragione) un ampio spazio del dibattito nazionale: gli eventi avvenuti la scorsa settimana nella provincia di Piacenza ed in Liguria hanno messo, una volta di più, in lampante evidenza quello che si configura ogni giorno di più come un grande problema italiano.

“La scusa dell’evento eccezionale che provoca danni a prescindere non sta più in piedi”, afferma in questo senso Carlo Malgarotto, presidente del Consiglio regionale dei Geologi della Liguria: “A partire dal 2009, solo in Liguria, si registrano almeno due accadimenti disastrosi all’anno, siano essi frane, alluvioni o straripamenti. E non possiamo includere nel novero delle fatalità neppure la catastrofe alle Cinque Terre dell’ottobre 2010, accaduto a seguito di una condizione di maltempo tra le più violente”.

La questione di base, spiega il numero uno dei Geologi liguri, è che a un territorio geologicamente fragile come è quello italiano, e quello ligure in particolare, si innestano un incremento degli eventi meteorologici violenti e, soprattutto, una cronica mancanza di manutenzione del territorio unita a uno sviluppo urbanistico quantomeno discutibile.

“Dal nord al sud non cambia nulla – afferma Paride Antolini, consigliere nazionale dei Geologi -, Regioni ricche o regioni povere, il dissesto idrogeologico non guarda a nessuno. Quando ponti, case, strade, vengono distrutte è messa in discussione anche la capacità di programmazione, progettazione e prevenzione dell’uomo. Fermiamoci un attimo e pensiamo ad una vera rivoluzione ambientale, ad un vero stop del consumo del suolo, ad una vera volontà del fare gli interessi del territorio in cui viviamo”.

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E in tale direzione grande rilievo assumono i lavori intorno alle preziose Linee guida per la progettazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico: “Il documento è pressoché completo – conclude Malgarotto -, manca solo un’opera di uniformazione e armonizzazione dei contenuti e vedrà poi la pubblicazione nel prossimo mese di ottobre. Sarà un documento prezioso non solo a supporto dei progettisti, ma anche di coloro che istruiscono le pratiche per le opere che dovranno tenere in considerazione come queste ultime si rapportano al territorio circostante”.


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