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Dalla IUC alla Local Tax: cosa cambia per i Comuni nel 2016?
Le dichiarazioni del premier Renzi: "Nel 2016 elimineremo la tassa sulla prima casa, l'IMU agricola e la tassa sugli imbullonati"

“Tenendo aperto il cantiere delle riforme sbloccando i 20 miliardi per investimenti e infrastrutture che sono ancora fermi e facendo calare la curva del debito un po’ meno del previsto ma senza farla aumentare, dal 2016 ci sarà una sforbiciata alle tasse che proseguirà nel 2017 e 2018. Inoltre nel 2016 elimineremo la tassa sulla prima casa, l’IMU agricola e la tassa sugli imbullonati”. Le dichiarazioni effettuate sabato mattina da Matteo Renzi all’Assemblea del Partito Democratico assumono una rilevanza decisiva sia per i cittadini che per le amministrazioni comunali.

Un impegno di riduzione delle tasse senza paragoni nella storia repubblicana del Paese. Ma al di là delle dichiarazioni, occorre cercare di capire quale struttura avrà la Local Tax. Quella che si concretizzerà sarà una trasformazione: la attuale IUC, l’imposta comunale basata sugli immobili e articolata in tre tributi distinti (IMU, TASI e TARI), sarà riformata e semplificata, convertendosi in un tributo unico che non si applicherà alla prima casa di abitazione. I Comuni, reali titolari delle imposte sugli immobili, dovranno essere compensati mediante nuovi trasferimenti dallo Stato centrale.

Una sfida non semplice per la prossima spending review: considerando anche che abolire la TASI sull’abitazione principale impone di cancellare anche quella sugli altri immobili, che vale 1,2 miliardi e avrà bisogno di una compensazione difficile da ricercare in un aumento di aliquote IMU.

Quello delineato nelle dichiarazioni di Renzi è uno sgravio che vale circa 3,3 miliardi di euro, almeno da un punto di vista teorico: L’introduzione della Local Tax sarà infatti accompagnata dalla riforma del catasto, che nel raggio temporale di 4 anni, determinerà una profonda ridefinizione delle rendite catastali degli immobili, ovverosia dei valori sui quali si applicano le aliquote. Riforma del catasto che si trova ancora in una fase interlocutoria del suo percorso: il resoconto del governo dopo il Consiglio dei ministri di venerdì scorso, infatti, parla di “secondo esame preliminare” sui testi che dovrebbero realizzare i principi contenuti nella legge 23/2014 (delega fiscale). Questi, tuttavia, sono stati girati alle Camere per l’acquisizione dei pareri definitivi: un nuovo passaggio che potrebbe richiedere tempo prima dell’ok finale.

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Non mancano, in relazione alle parole del premier Renzi, le reazioni di alcuni importanti soggetti: “È necessaria chiarezza sulla riforma del catasto” – dichiara Calogero Lo Castro, Presidente nazionale di Confedertecnica. “In queste ultime settimane il Governo ha più volte annunciato di voler avviare la revisione di tutte le rendite catastali, dopo che avrà messo mano alle regole dell’imposta sulla casa, con la doppia tassazione TASI e IMU sulla quale è intervenuto sabato il Premier, Matteo Renzi”. Il rischio che Confedertecnica percepisce è infatti quello di peggiorare e complicare ulteriormente il quadro del patrimonio immobiliare italiano.

Marco Brezza


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