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Riforma legge urbanistica: qualcosa si muove sotto il sole?
Ridurre il consumo di suolo ed avviare un processo di rigenerazione del patrimonio edilizio esistente: gli obiettivi auspicabili della riforma

I consigli direttivi di Audis (Associazione aree urbane dismesse) e Assoimmobiliare si sono riuniti e predisponendo un documento comune contenente i lineamenti fondamentali al fine di tracciare i margini tematici della riforma urbanistica. Riforma che si è cristallizzata in una fase di stallo dopo la presentazione della Bozza Lupi nel luglio 2014: a tal riguardo AUDIS e Assoimmobiliare ritengono che una revisione sostanziale dell’apparato normativo che regola il territorio e l’ambiente si configuri come un passaggio essenziale per rinnovare un settore vitale per l’intera società, al momento bloccato da assetti legislativi del tutto superati ed impraticabili. 

Una riforma “finita nel dimenticatoio” secondo le due associazioni di categoria riunitesi la scorsa settimana. Ma potrebbe essere giunto il momento della ripartenza: le linee direttive contenute nel documento appena redatto sono chiare: “I progetti di sviluppo-riqualificazione e la realizzazione di infrastrutture locali hanno subito un forte arresto con la conseguenza che le nostre città stanno invecchiando e non rispondono più alle esigenze della collettività. L’imperativo, quindi, è rigenerare, ma per fare ciò servono risorse economiche perché rigenerare costa più che consumare”.

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Secondo le due associazioni, la riforma urbanistica può contribuire al definitivo inizio del recupero post-crisi. Al fine di rigenerare le città sono necessarie risorse economiche e condizioni normative favorevoli agli investimenti nel settore: spesso però gli enti locali non hanno fondi per avviare un sistematico processo di riqualificazione delle città e il contesto normativo estremamente complesso e farraginoso complica la situazione, sia per gli operatori che per gli enti locali.

Risulta pertanto essenziale coordinare e snellire le procedure ed attrarre capitali esteri che investano nel nostro territorio. Nel documento viene messo in evidenza come tali investimenti in progetti di sviluppo e rigenerazione urbana siano pressoché assenti a causa del rischio urbanistico, ossia l’impossibilità di programmare progetti secondo tempi e regole certe.

Tali linee direttive saranno poste all’attenzione dl nuovo ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio: va evidenziato a tal riguardo che tutte le richieste effettuate non potranno prescindere da quella principale, ovverosia l’uniformità della legislazione su tutto il territorio nazionale. Inoltre dovranno essere fornite indicazioni precise al fine di ridurre il consumo di suolo, è avviare un processo di rigenerazione del patrimonio edilizio esistente.


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