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Umbria: beni confiscati alle mafie per combattere il disagio abitativo
Il piano prevede di far rientrare alcuni immobili confiscati alle mafie all'interno di piani di edilizia popolare: parla l'assessore Vinti

Risolvere i disagi ed i problemi abitativi in una maniera nuova e con una connessione inedita: “Utilizzare i beni confiscati alle mafie per risolvere risolvere i problemi di abitazione per le fasce più povere del Paese”. Con queste parole l’assessore alle Politiche abitative della Regione Umbria Stefano Vinti ha di fatto appoggiato con forza e contemporaneamente rilanciato la proposta dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

“Gli sfratti nel territorio regionale umbro restano alti – ha spiegato l’assessore – aggirandosi intorno ai 1300 all’anno, di cui il 90% sono causati da morosità incolpevole. Un dato allarmante, che indica quanto la crisi morda ferocemente tanto da mettere a rischio un diritto fondamentale come è quello alla casa“.

Ed ecco il collegamento con l’azione nazionale sopracitata: “Accolgo quindi positivamente – prosegue Vinti – la proposta del prefetto Umberto Postiglione, direttore dell’Agenzia, di far rientrare alcuni degli immobili confiscati alle mafie, quelli che rispondono a determinate caratteristiche, nei piani dell’edilizia popolare“.

Per ulteriori informazioni in merito alle politiche abitative implementate nel territorio umbro leggi l’articolo Umbria: in arrivo un pacchetto di misure per la tutela della casa.

Sembrerebbe giunto il momento, conclude l’assessore alle Politiche abitative, “di avviare una riflessione su una legge che serva a risolvere i problemi della casa per le fasce più povere. Una proposta che potrebbe rivoluzionare un sistema che negli anni ha prodotto anche situazioni di disagio”.


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