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Ambiente: energie rinnovabili necessarie per guardare al domani
Il ministro dell'Ambiente Galletti ieri al Meeting di Rimini: "La tutela dell'ambiente è un fattore di sviluppo non più un ostacolo"

La tutela dell’ambiente e l’utilizzo di energie rinnovabili e “verdi” come unico rimedio per oltrepassare il periodo di recessione e crisi e proiettare l’Italia verso la nuova ed inevitabile frontiera del progresso. È il significato che può essere letto in controluce nelle dichiarazioni rilasciate ieri dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti al Meeting di Rimini: l’ambiente inteso come inevitabile fattore di sviluppo (quasi alla stregua di un business, nell’accezione più positiva del termine) e non più come ammorbante ostacolo a politiche industriali e simili.

“I 340mila nuovi posti di lavoro creati dall’Ecobonus per le ristrutturazioni stanno lì a dimostrarlo”,  spiega Galletti, che poi mette sul tavolo il carico: “La vera sfida è passare da una cultura dell’ambiente del no ad una cultura proattiva. Il mio ministero è stato visto per anni come il ministero del no, bisogna invece passare ad una cultura del fare“.

Il ministro si è poi soffermato sulla cruda e stringente attualità, distillando anticipazioni in merito al Decreto Sblocca-Italia, che nella giornata di domani sarà posto all’attenzione del Consiglio dei Ministri: “Saranno di competenza del ministro dell’Ambiente tutti i punti che riguardano in particolare il dissesto idrogeologico, che abbiamo messo come punto fondamentale del ministero; e la riorganizzazione degli enti partecipati dal ministero”.

Dall’importante provvedimento il Ministro preposto al dicastero ambientale si aspetta uno sblocco di grandi opere ferme da troppo tempo “non solo per questione di risorse, ma anche perché in questo Paese c’è troppa burocrazia, ci sono troppe leggi e troppe leggi a volte impediscono di portare avanti grandi opere per le quali le risorse ci sono”. Un punto debole che ha manifestato i suoi effetti anche in materia di dissesto idrogeologico: “In tale settore abbiamo 2,3 miliardi fermi che non siamo riusciti a spendere e rischiamo di perdere perché in parte sono fondi europei – ha spiegato Galletti -, dobbiamo spendere in maniera corretta questi soldi”.

A cura di Marco Brezza


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