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Edilizia: la crisi del mattone non accenna a fermarsi
Assoedilizia stigmatizza la situazione di incertezza mentre il mercato interno degli investimenti sugli immobili continua ad essere bloccato

I privati non investono più sul mattone: è un dato di fatto. Gli italiani non piazzano i propri risparmi né in immobili d’impresa né in quelli residenziali: il motivo è che non si fidano del mercato interno, falcidiato da un’incertezza crescente.

Lo ha affermato in questi giorni il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici: “L’incertezza scoraggia gli investimenti, in questo ha piena ragione Mario Draghi”. Ed all’interno di questa difficile situazione (causata con tutta evidenza da una fase congiunturale disastrosa, culminata con la più grave crisi edilizia dal dopoguerra) potrebbe aggiungersi il possibile caos provocato dalla revisione della materia catastale che potrebbe tenere in sospeso ogni certezza sul carico fiscale che, in definitiva, graverà sugli immobili.

Consulta in proposito la pagina speciale di Edilizia Urbanistica in materia di Riforma del Catasto.

E, a confermare le allarmate previsioni di Assoedilizia, giunge una fonte autorevole e al di sopra delle parti, ovverosia Bnp Paribas Real Estate, attraverso una recente ricerca sull’Italia (una ricerca che, va detto, registra anche un importante ritorno degli investitori stranieri, ma non sul fronte residenziale). Ecco i dati sul totale degli investimenti in immobili d’impresa: nel 2009 16% di investimenti dei privati; 11% nel 2010; 14% nel 2011; 16% nel 2012; 6% nel 2013, fino al tonante 0% nel primo semestre di questo 2014.

Anche l’immobiliare residenziale, come noto, non va bene: rispetto al 2006 le compravendite si sono più che dimezzate (da 877mila compravendite nel 2006 a 407mila nel 2013) e attorno al 60% di calo denunciano i settori commerciale e terziario. Sparuti segnali di ripresa giungono in questo 2014 (aumento del 4% nel residenziale delle grandi città): questi ultimi potrebbero testimoniare una tendenza di miglioramento nella recessione, ma non certamente l’imboccatura della strada verso la ripresa. Insomma l’inversione di tendenza ancora non c’è.

Per quello che riguarda il mercato delle seconde case, un interessante indicatore-barometro della situazione degli investimenti sul mattone, nel territorio italiano si riscontra il totale blocco del mercato: nel frattempo gli italiani comperano annualmente 45mila seconde case all’estero: l’equivalente di una città come Pisa. Per ora bisogna rassegnarsi, la nuova frontiera dell’investimento è all’estero.


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