Tasse sulla casa: a Bologna prorogato il bonus “compensa TASI”

Un’iniziativa virtuosa che non sembra però decollare. Il Bonus “compensa TASI”, implementato negli scorsi mesi dal Comune di Bologna, non prende piede: sono infatti soltanto 150 le domande finora ricevute dall’amministrazione bolognese a fronte di una platea potenziale di beneficiari stimati in oltre 3mila famiglie.

Proprio per questo motivo il Comune di Bologna ha deciso di prorogare fino al 31 dicembre tale bonus dedicato alle famiglie proprietarie di prima casa, con due o più figli a carico: si tratta di un contributo di 50 euro a figlio, con la domanda che deve essere inoltrata mediante il sito internet del Comune.

Ma quali sono i requisiti per accedere a tale bonus? Sono quattro, eccoli elencati:
1. La presenza di due o più figli di età inferiore ai 26 anni a totale o parziale carico dei genitori;
2. La residenza nel comune di Bologna;
3. Una rendita catastale dell’immobile uguale o inferiore a 892,85 euro, pari a un valore imponibile ai fini TASI fino a 150mila euro;
4. Un Isee uguale o inferiore a 20mila euro.

L’obiettivo è tutelare le famiglie in una stagione (quella rappresentata dall’anno 2014) in cui i tributi sulla casa sono stati connotati da una forte regressività, e quindi da una forte incisione sulle abitazioni dalla rendita catastale non elevata.

“Fino ad ora le domande sono state relativamente poche – ha spiegato l’assessore al Bilancio e vicesindaco di Bologna Silvia Giannini – stiamo cercando tutte le modalità per far conoscere questa opportunità per i contribuenti bolognesi, informando le scuole e inviando lettere”.

“Non siamo a conoscenza di altri Comuni che stiano portando avanti una strada di questo tipo” prosegue il vicesindaco. Caf e professionisti, in tale direzione, avranno la possibilità di accedere direttamente alle banche dati comunali. Questo con l’obiettivo di “semplificare la vita ai contribuenti e offrire loro un servizio migliore”, conclude la Giannini, anche “prevenendo eventuali errori” presenti nelle banche dati ed evitando così futuri contenziosi. Tutto ciò, ovviamente “auspicando che si arrivi ad una normativa fiscale stabile sulla fiscalità locale“.

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