Lavori pubblici: l’arbitrato
Come mezzo di risoluzione delle controversie l’arbitrato, come viene attualmente utilizzato, non costituisce un affare per i bilanci pubblici.
Questa è la premessa che il Presidente dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici ha sviluppato in occasione del convegno tenutosi su questo istituto.
"Se, da un lato, esso serve ad evitare i tempi imposti dalle lungaggini giudiziarie, – ha spiegato il presidente dell’Authority – dall’altro, lo stesso è diventato un momento dell’esecuzione normale del contratto con soccombenza incorporata per l’amministrazione con prevalenza per l’arbitrato libero, meno veloce e più oneroso di quello presso la Camera arbitrale".
Secondo Giampaolino occorrerebbe favorire l’arbitrato amministrato, rivedendone i costi ed i tempi, abolendo il versamento dell’acconto, mentre, per tutti gli arbitrati, occorrerebbe prevedere una composizione dell’organo secondo l’importanza o la complessità della controversia.
La stessa Camera arbitrale andrebbe ridisciplinata chiamandone a far parte, oltre ai rappresentanti delle istituzioni, i rappresentanti degli interessi in gioco, sia pubblici, come il Ministero dell’Economia, le Regioni e gli Enti locali, sia privati, come gli esponenti dei mercati interessati.
"Sarebbe infine utile – ha concluso Giampaolino – che sin d’ora una circolare della Presidenza del Consiglio invitasse le strutture di governo ad utilizzare la Camera arbitrale anziché gli arbitrati liberi e che le pubbliche amministrazioni, per la nomina dei loro arbitri, si avvalessero di soggetti ad esse legati da rapporto organico.
Fonte: www.autoritalavoripubblici.it
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