Decreto del Fare, Vinti (Umbria): l’impignorabilità della prima casa è deludente

“Le disposizioni contenute nel Decreto del Fare che stabiliscono l’impignorabilità della prima casa, sono assolutamente deludenti e insufficienti a tutelare le famiglie colpite dalla crisi”: è quanto afferma l’assessore regionale alle Politiche della casa, Stefano Vinti, sottolineando che “chi pensava che il Governo rendesse la prima casa impignorabile sempre e comunque è stato costretto a ricredersi”.

“La prima casa, cioè la casa di abitazione – precisa Vinti –  non potrà essere pignorata esclusivamente dall’agente di riscossione (Equitalia fra tutte) quando sussistono particolari condizioni e cioè, se si tratta  dell’unico immobile di proprietà del debitore ed è adibito ad abitazione principale, a eccezione dei casi in cui l’immobile sia di lusso o comunque classificato nelle categorie catastali A/8 e A/9 (ville e castelli). Per tutti gli altri immobili invece, il valore minimo del debito che autorizza il riscossore a procedere con l’esproprio dell’immobile, è stato innalzato da 20mila a 120mila euro”.

“Il decreto quindi – continua Vinti  –  non esclude affatto che per debiti nettamente inferiori altri soggetti, per esempio le banche, ma anche i privati, possano procedere comunque al pignoramento immobiliare. Alla perdita di posti di lavoro si accompagna, in molti casi, lo sfratto o il pignoramento delle abitazioni delle famiglie. Spesso, sono gli stessi istituti di credito, per il mancato pagamento delle rate del mutuo a procedere, eventualità quest’ultima, che il decreto non prende minimamente in considerazione. Per questo riteniamo le misure del Governo assolutamente insufficienti a rispondere all’emergenza determinata dalla crisi e a tutelare un diritto, quello alla casa, sancito dalla stessa Carta Costituzionale”.

Fonte: Regione Umbria

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