Edilizia: aumentano gli occupati del settore

Negli ultimi due anni l’andamento dell’occupazione nelle costruzioni edili ha risentito, da un lato, dell’esaurimento del ciclo espansivo delle costruzioni che tende a far contrarre la quantità di manodopera utilizzata, dall’altro, anche della forte pressione che è stata posta sul settore edile in merito alla regolarità del lavoro sia dal punto di vista contributivo che della sicurezza.

Il risultato è, dopo un calo nel 2006 (-0,6%), una nuova crescita della capacità occupazionale del settore (2,9%) nel 2007 ed un nuovo calo dello 0,2% nel primo semestre di quest’anno.
 
Sono questi i dati registrati da Cresme e Obiettivo Lavoro nel IV Rapporto su “Lavoro e Costruzioni”.
 
Secondo l’indagine, l’edilizia contribuisce in misura sempre minore al saldo occupazionale complessivo. Dal 2005, anno in cui il contributo dell’edilizia all’occupazione è stato massimo (28,5% dei nuovi occupati previsti) si è, infatti, progressivamente ridotto fino a dimezzarsi nel 2008, anno in cui il contributo dovrebbe attestarsi al 14,7%.

La crescita rilevata nel 2007 è dipesa in maniera rilevante proprio dal fattore “emersione”, i cui effetti hanno cominciato a farsi sentire nell’agosto del 2006 per raggiungere la massima efficacia nel corso dell’anno successivo, per effetto dell’entrata in vigore di specifici provvedimenti legislativi e dell’adesione formale della Romania all’Unione Europea.

Il rapporto evidenzia in particolare come tra l’agosto 2006 ed il dicembre 2007 l’INAIL abbia registrato 206.221 lavoratori edili fino ad allora sconosciuti, di cui una buona parte stranieri (115.060), con una netta prevalenza di rumeni (69.759).

“Secondo le nostre rilevazioni, se non considerassimo l’emersione del sommerso – ha evidenziato il direttore del Cresme – l’incremento di quasi 74.600 unità registrato dalle statistiche ufficiali tra il secondo trimestre 2006 ed il quarto trimestre 2007 diventerebbe in realtà un calo netto di 131.700 unità (-6,9%). Ipotesi più prudenziali portano, comunque, a stimare un calo reale dell’occupazione che oscilla tra l 2 e il 3%.”
 
Sulle previsioni per il 2008 l’incremento occupazionale per l’edilizia previsto dal Sistema Informativo Excelsior, è di 16.130 addetti, pari a un incremento del +1,5% dell’occupazione rispetto al 2007. Le imprese più piccole (1 – 9 dipendenti) rappresentano la parte più attiva della struttura imprenditoriale italiana (+2,9% nelle costruzioni, ma +2,7% nell’industria e +2,7% il totale delle attività) mentre, le classi di ampiezza maggiori mostrano difficoltà occupazionali.
 
La distribuzione territoriale delle assunzioni previste per il 2008 evidenzia, ancor più che nello scorso anno, una netta prevalenza nelle aree meridionali in cui si concentra quasi il 51% dei nuovi ingressi, contro il 45,5% del 2007. Il Sud, con quasi 44.000 mila assunzioni, assorbe oltre un terzo (33,4%) del totale, con un sensibile aumento rispetto al 30,4% del 2007.
 
Dall’indagine di Cresme e Obiettivo Lavoro emerge anche che la struttura occupazionale del comparto edile, storicamente più rigida di quella di altre attività, sta registrando però una notevole accelerazione del processo di flessibilizzazione. Nel 2008, infatti, sono previste assunzioni a tempo indeterminato solo per il 49,1% dei dipendenti, mentre la tipologia contrattuale dipendente a tempo determinato arriva a rappresentare ben il 37,5%.
 
La quota di imprese che dichiarano di aver utilizzato tipologie contrattuali temporanee risulta pari al 45,3 per il settore edile e al 43,4% per il totale dell’economia. La tipologia di contratto temporaneo maggiormente utilizzata in edilizia durante il 2007 è quella dell’apprendistato con il 25,1%, con un livello superiore a quello dell’industria nel suo complesso (23,6% delle imprese) e rispetto al totale economia in cui il 20,0% delle imprese ha utilizzato apprendisti nel 2007. 

Si segnala inoltre anche l’incidenza sempre maggiore della mano d’opera straniera. Nelle maggiori aree metropolitane la crescita è stata del 79,9% a Roma, del 63,4% a Napoli, del 46,7% a Torino, del 30,5% a Milano, del 27,7% a Firenze e del 24% a Bologna.

I lavoratori stranieri incidono oggi per il 31% sulla forza lavoro iscritta. Era pari al 9,4% nel 2000. L’analisi territoriale dimostra che il fenomeno assume particolare rilievo nelle province del Centro-Nord, toccando i valori più elevati a Torino (49,4%), Roma (48,7%) e Milano (46,3%), nelle quali i lavoratori di origine straniera rappresentano ormai poco meno della metà della forza lavoro complessiva impiegata nel settore delle costruzioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

News dal Network Tecnico