Infrastrutture: Italia in ritardo

E` tutto il Paese a chiedere autostrade migliori, aggiornamenti profondi a una rete stradale sostanzialmente ferma agli anni `60 e investimenti in ferrovie, per tacere l`inadeguatezza delle infrastrutture ambientali per il trattamento dell`acqua e, soprattutto, dei rifiuti. Ma nella graduatoria delle carenze (o del fabbisogno se si preferisce un`immagine meno negativa) alcuni territori vengono decisamente prima di altri.

I dati piu` allarmanti sono quelli delle regioni in cui si concentrano le grandi aree urbane e che ospitano i motori tradizionali dello sviluppo del Paese; uno sviluppo frenato, che proprio il gap tra il fabbisogno e la situazione reale esistenti rischia, sempre piu`, di strozzare.

Per misurare la febbre infrastrutturale delle diverse aree del Paese puo` essere utile concentrarsi su alcuni macro-temi, come strade, ferrovie, aeroporti e dotazioni ambientali, rapportando la dotazione esistente alla superficie e alla popolazione delle Regioni.

La base dei dati viene dall`Atlante delle infrastrutture 2008 appena pubblicato dall`Istat, e spinge in fondo alla graduatoria Campania e Puglia, cioe` le Regioni con le due citta` maggiori del Mezzogiorno. Ma a primeggiare non e` certo il Nord, che si ferma lontano dalle posizioni che imporrebbe la sua importanza in termini economici.

Se le infrastrutture sono un fattore essenziale della crescita, insomma, quelle italiane appaiono un po` distratte nei confronti dei territori piu` cruciali. A soffrire, in particolare, sono Emilia Romagna, Toscana e Veneto, ma anche Lombardia e Piemonte si collocano poco sopra meta` classifica.

Il punteggio regionale e` dato dalla somma dei punteggi ottenuti in ognuno dei dodici indicatori. Per affievolire le distorsioni statistiche determinate da Regioni piccole o poco popolate, il punteggio e` attribuito per meta` in base alla popolazione e per meta` in base all`estensione del territorio. Le piccole (Valle d`Aosta, Molise e Basilicata) continuano naturalmente a essere “avvantaggiate“, ma e` dal confronto fra le Regioni, oltre che dalle classifiche parziali, che emergono gli elementi piu` interessanti.

In rapporto alla popolazione, per esempio, la Lombardia si trova in fondo a molte graduatorie: ogni 100mila abitanti puo` contare su soli 108 chilometri di strade provinciali e regionali, cioe` meno della meta` dei 256 chilometri della media nazionale; sulle statali si ferma a 10 chilometri (29 in media in Italia) e in termini di autostrade non va oltre i 6 chilometri (11 in Italia).

I treni non fanno che aggravare la situazione, perche` con i suoi 16 chilometri ogni 100mila abitanti la rete lombarda e` la piu` “contenuta“ d`Italia. Sulle discariche (una ogni 1,7 milioni di abitanti) la dotazione lombarda e` superiore solo a quella della Campania dell`emergenza rifiuti (un impianto ogni due milioni di persone).

«In effetti – riflette Giuseppe Capuano, responsabile dell`area studi e ricerche dell`Istituto Tagliacarne – il gap fra crescita economica e sviluppo infrastrutturale c`e` e in alcune zone e` particolarmente marcato. E il dato regionale lo mostra solo in parte». All`interno di ogni regione, infatti, zone ad alta concentrazione di strade e ferrovie convivono con territori in gravi difficolta`.
«Sulla Liguria per esempio – spiega Capuano – incide anche una particolare posizione di snodo e il ruolo centrale di Genova, fattori che determinano un`elevata concentrazione di strade e ferrovie».

Diverso il caso delle regioni del Centro Nord, in particolare le Marche, che «soffrono l`assenza di collegamenti, tra la dorsale adriatica e quella tirrenica. Influisce anche la carenza di una rete ferroviaria dove viaggiano gli Eurostar, in alcune zone completamente assenti». Anche la Sardegna, la Valle d`Aosta, il Trentino Alto Adige sono in fondo alla classifica relativa ai chilometri di rete ferroviaria (in tutto 16.295 chilometri in Italia), mentre la Puglia detiene il record negativo per numero di stazioni ogni 100 chilometri di rete (solo 9,9).

La fotografia delle infrastrutture che emerge dalle elaborazioni sulla base dell`ultimo Atlante delle infrastrutture Istat denuncia le carenze italiane che emergono prepotenti dal confronto con i principali partner europei: negli ultimi 15 anni l`Italia ha costruito 349 chilometri di autostrade e 356 chilometri di rotaie ad alta velocita`.

Niente in confronto ai 6.739 km costruiti dalla Spagna, 3.977 km dalla Francia e ai 1.509 km di asfalto della Germania (che mantiene il primato europeo sui dati assoluti). Per fare andare i treni ad alta velocita` la Spagna, inoltre, dal 1990 a oggi ha posato 1.522 km di binari, cinque volte quelli italiani.

Fonti: http://www.ance.it/, Il Sole 24 Ore e Istat

 

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