L’Italia tra castelli e case popolari: le statistiche catastali

In Italia più di 2.000 famiglie vivono in un castello, mentre ben 15.000 nuclei abitano case “tipiche” come i trulli alle Puglia e le baite alpine. Sono queste alcune delle curiosità emerse dalle  ultime statistiche catastali diffuse dall’Agenzia del territorio.
Al di là di rare sorprese, i dati (aggiornati al 2007) confermano comunque un dato ormai consolidato: la maggior parte delle abitazioni italiane, più del 57%, è di modesto valore; dai 2 ai 5 vani, compresi bagno e cucina.

Lo stock complessivo delle unità immobiliari italiane, residenziali e non, ammonta, secondo i dati dell’ultimo censimento, a 62,5 milioni di unità, di cui più del 50% sono abitazioni (gruppo A al catasto). Metà delle costruzioni sono al Nord e lo stock risulta dal 2006 al 2007 aumentato del 2,8%. Ma ecco in sintesi la fotografia delle case italiane secondo l’ultimo aggiornamento del catasto.

CASE DI LUSSO
Su 31,4 milioni di abitazioni, sono 42.361 le case nelle categorie catastali A1, A8, A9 (case di pregio, ville e castelli). Le case di lusso sono quindi lo 0,23% del totale, 1 ogni circa 740 case normali.

METRATURA MEDIA
La grandezza media delle case degli italiani è di 113 metri quadrati. Il numero di stanze va dalle 2,39 medie delle abitazioni ultrapopolari ai 21 vani delle case nelle categorie A9.

ABITAZIONI ECONOMICHE E POPOLARI
il 57,4% delle unità immobiliari residenziali è formato da abitazioni di valore modesto: 11,1 milioni di abitazioni economiche, 5,6 milioni di abitazioni popolari e 1,1 milioni di abitazioni ultrapopolari. La categoria catastale più diffusa è proprio quella delle abitazioni economiche (A3), mentre le case ultrapopolari (categoria A5) sono diffuse soprattutto nel Meridione: sono 1.174.479 le abitazioni di bassissimo valore, e ben 705.789 si trovano al Sud.

CASE TIPICHE
Un italiano su 2.000 ha una “casa tipica” (categoria A11) . La categoria comprende per esempio i sassi di Matera e i trulli di Alberobello, ma anche i rifugi e le baite di montagna

Il rapporto dell’Agenzia del territorio

Fonte: www.ansa.it

 

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