Sardegna: l’84 % dei cantieri sono irregolari

L’84 per cento dei cantieri edili sardi ispezionati nel 2007 dalla pattuglia della direzione regionale del Lavoro era irregolare, con violazioni alle norme sulla sicurezza dei lavoratori, ma anche con le omissioni amministrative per risparmiare sulla manodopera. Omissioni, irregolarità e «nero» in altre 6.090 aziende visitate hanno sfiorato il 62 per cento.

I dati sono stati presentati ieri mattina dalla direttrice dell’ufficio regionale del Lavoro, Virginia Mura, e, con i numeri, la dirigente ha annunciato anche cosa intende fare assieme al suo staff per fare emergere il lavoro nero, per ridurre i pericoli di infortunio e anche per diffondere una cultura della prevenzione, vista e considerata l’età di tanti manovali irregolari nei cantieri. Il discorso riguarda però anche i call center e tutte le attività in cui si preferisce impiegare manodopera giovanile.
Virginia Mura e i suoi collaboratori Silvana Dessì (politiche del lavoro), Marianella Caredda (ufficio legale) e Paolo Capai (servizio ispettivo) non trascureranno di promuovere una campagna di sensibilizzazione fra gli studenti degli ultimi anni delle scuole professionali, degli istituti tecnici e licei: i ragazzi e le ragazze devono uscire dalla scuola informati su diritti e doveri di un lavoratore in un ambiente di lavoro e rispetto al suo datore di lavoro. Comunque, in Sardegna, il settore più scoperto sul piano della prevenzione degli infortuni e anche quello meno preoccupato di evitare il lavoro tutto in nero è quello edile. Le violazioni più frequenti sono la mancanza di protezioni contro il rischio di caduta dall’alto nei lavori in quota. Nei cantieri sono stati trovati operai senza scarpe antinfortunio e senza casco, impianti elettrici non a norma, rare visite mediche di controllo.

Un altro settore che ha rivelato grosse sacche di irregolarità è quello turistico alberghiero. L’operazione "delfino" (che risale all’estate scorsa, è durata due settimane, condotta dalle direzioni provinciali di Cagliari e Sassari) ha messo in luce che su 476 aziende, 369 erano irregolari; su 627 lavoratori controllati, 356 erano in nero, 31 minorenni, 10 extracomunitari di cui uno clandestino.
L’attività mirata all’agricoltura è stata denominata "la coccinella" e ha rivelato l’83 % di lavoratori in nero: 61 le aziende ispezionate, 90 gli addetti irregolari, 75 dei quali in nero e fra questi 10 minori e un extracomunitario clandestino. Gli extracomunitari sono infatti reclutati soprattutto nelle aziende agricole, i clandestini non sono numerosi, ma ci sono.

Delle 178 aziende ispezionate appositamente e relativamente al lavoro minorile, è emerso che i minori occupati erano (al 2007) 295 e che di questi 133 lavoravano irregolarmente. La maggior parte delle violazioni riguarda le visite mediche omesse e lo sforamento dell’orario di lavoro. Nel monte delle 6.090 aziende visitate, 3.768 presentavano irregolarità e omissioni totali.

Il punto sul 2007 è stato presentato ora, a febbraio 2008, con lo scopo di ribadire alcuni temi della legge sull’emersione del lavoro nero e delle attività di prevenzione del rischio infortuni.

In provincia di Sassari e di Olbia Virginia Mura e i suoi collaboratori hanno lavorato bene grazie al protocollo con le Asl; a Cagliari questa collaborazione non si è verificata ma è stata preziosa l’attività delle stazioni dei carabinieri per aver segnalato situazioni di palese difformità dalle norme.
Presto l’indagine andrà avanti e indagherà all’interno dei settori maggiormente a rischio di irregolarità: il part time nell’edilizia e i co.co.pro. Una regola da seguire è ad esempio che si può assumere un lavoratore a progetto, ma quando l’assunzione si ripete per più volte consecutive, qualcosa non va.

fonte: http://espresso.repubblica.it

 

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