Terzo Decreto correttivo Codice degli appalti: esame della Camera

Il 10 luglio la Conferenza unificata Stato-Regioni ha espresso parere favorevole sullo schema di decreto legislativo “Ulteriori disposizioni correttive e integrative del d.lgs. 12 aprile 2006, n. 163, recante il codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture” contenente emendamenti e la richiesta di attivare un Tavolo permanente Stato-Regioni per il monitoraggio dell’applicazione del Codice.
Il 14 luglio anche il Consiglio di Stato ha espresso parere favorevole, seppur con una serie di osservazioni e condizioni.

I due pareri contengono alcune condizioni. Si tratta di osservazioni che dovranno produrre le opportune modifiche nel testo approvato definitivamente dal Governo, in seguito all’esame delle competenti commissioni parlamentari. Ne riportimao alcune qui di seguito:
 
– nella disciplina delle opere di urbanizzazione a scomputo va soppresso il riferimento al promotore e, quindi, l’indizione della gara da parte dell’amministrazione deve avvenire in base all’articolo 55 del Codice stesso. Il ricorso all’appalto di progettazione e esecuzione sembra maggiormente aderente allo spirito della normativa comunitaria e alla logica di questo istituto;
 
– la norma relativa al subappalto deve essere riesaminata poichè la modifica introdotta, pur  conforme ai principi comunitari, contiene la possibilità da parte dei subappaltatori di un ribasso non superiore all’8 %, di molto inferiore a quello attualmente vigente. Non viene fornita alcuna motivazione sulla scelta operata. Per questo motivo Il Consiglio di Stato deve richiamare l’attenzione sull’opportunità di riesaminare i termini del ribasso operabile;
 
– la disciplina del collaudo statico deve rientrare nella disciplina generale dei collaudi;
le norme che prevedono i costi per le assicurazioni dei dipendenti sul quadro economico vanno soppresse;

– deve essere eliminata la norma sulla qualificazione delle imprese di costruzione di dieci anni;

– la disciplina della finanza di progetto è inutile e da sopprimere perché duplica quella della concessione di lavori pubblici.

E’ importante ricordare che il terzo decreto correttivo considera:
– le osservazioni della Commissione europea nei confronti della Repubblica italiana in ordine alla trasposizione delle direttive in materia di contratti pubblici (lettera di messa in mora n. 2007/2309);
– la sentenza della Corte di giustizia della comunità europea e il 15 maggio 2008, relativa – l’esclusione automatica delle offerte anomale dei contratti sotto soglia;
– le osservazioni del Consiglio di Stato, espresse nel parere n. 3262 del 2007, reso sullo schema di regolamento di esecuzione e attuazione, ai sensi dell’articolo 5 del Codice di contratti pubblici.

Per quanto riguarda le procedure e gli strumenti necessari alla migliore performance realizzativa delle opere, il decreto si fa carico di risolvere il conflitto tra funzioni e ruoli nelle procedure amministrative e di migliorare l’efficienza, l’efficacia e la valutazione oggettiva del lavoro della stazione appaltante.

Attualmente il terzo decreto correttivo è all’esame delle Commissione Ambiente della Camera dei deputati che per procedere nei lavori era in attesa dei pareri della Conferenza unificata e del Consiglio di Stato.

Il relatore della Commissione Ambiente, Mauro Pili, ha dichiarato che il codice sia fondato su almeno quattro linee di intervento: semplificazione, competitività rafforzata, modernizzazione e flessibilità. A tal fine la Commissione deve guardare anche ai rilievi della Commissione e dalla Corte di Giustizia europee nei confronti dell’Italia, e considerarli non un obbligo conformativo, ma come un’opportunità per perseguire gli obiettivi prefissati.
Soffermandosi sugli aspetti contestati da Bruxelles e sulle relative proposte di modifica del Governo, il relatore ha segnalato le seguenti questioni:
– il ruolo dei privati nell’infrastrutturazione del Paese, dal promotore al project financing; – l’efficacia delle procedure attraverso la responsabilizzazione delle stazioni appaltanti;
– i piani complessi urbani e non, il rilancio e la valorizzazione dell’iniziativa privata.

Il ruolo della finanza di progetto e dei capitali privati assume un ruolo sempre più centrale e decisivo, nelle opere strategiche e in quelle urbane. Per questo è necessario rafforzare l’intervento del privato (ex promotore) nella realizzazione dell’opera pubblica, tema su cui il Governo è intervenuto riducendo da tre ad uno i passaggi previsti per l’affidamento del project financing al privato. E’ necessario valorizzare l’idea, la creatività e l’iniziativa imprenditoriale, prevedendo un riconoscimento per rendere attraente l’apporto dell’opera intellettuale del privato.
 

Le commissioni parlamentari dovranno esprimersi entro l’8 agosto.

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