Toscana, 143 milioni per gli alloggi popolari

«Privilegiare il dialogo e il confronto, evitando il ricorso alla violenza e governando i conflitti attraverso la condivisione e la concertazione. E individuando le soluzioni migliori.

Questa la linea adottata e praticata dalla Regione sul fronte dell’emergenza casa, una linea che ha dato buoni frutti e ha alleggerito situazioni critiche.

Come nel caso del Luzzi dove 50 famiglie sono state sgomberate senza generare un clima di tensione. Una vera e propria lezione di civiltà che la Toscana ha offerto. Invece dei bastoni ha optato per la forza delle parole e per la ricerca delle soluzioni».

Lo ha detto l’assessore regionale alla casa, Eugenio Baronti, incontrando una delegazione del movimento di lotta per la casa che aveva portato in piazza Duomo, davanti alla sede della Presidenza della Regione, la propria protesta contro l’intervento effettuato ieri dai carabinieri nell’ex-ospedale Meyer e contro gli sgomberi.

Baronti ha ascoltato le ragioni dei manifestanti e del loro portavoce “Mao” Bargellini, ribadendo l’impegno della Regione sul fronte casa e ricordando le ingenti risorse investite – 143 milioni di misure straordinarie che servono a recuperare tutti gli alloggi popolari disponibili (circa 700 in Toscana, di cui 200 a Firenze, finora inutilizzati perché non agibili). «In questa fase di aggravamento dei problemi sociali, con la perdita del lavoro e della casa che colpisce le fasce più deboli della popolazione, non solo gli immigrati, ma anche tante famiglie italiane – ha insistito Baronti – la Regione ha ritenuto giusto puntare al potenziamento, alla riqualificazione e all’incremento del patrimonio edilizio pubblico per far fronte alla drammaticità dei nuovi bisogni sociali e dell’emergenza abitativa».

Se poi si aggiunge a questo l’anticipo di 31,5 milioni che la Toscana ha già varato sul piano casa nazionale e la riprogrammazione di risorse per 186 milioni di euro fatta negli ultimi mesi, si arriva a una cifra complessiva di oltre 350 milioni di euro investiti nell’edilizia sociale che farà sì che, come assicura l’assessore regionale, «non ci sarà più una casa popolare vuota in tutta la Toscana».

La responsabilità a questo punto passa ai Comuni, «che devono mettersi in condizione di utilizzare in tempi ragionevolmente brevi le risorse disponibili. Certo negli ultimi 15 anni sul fronte casa la politica ha fatto troppo poco, e ora che la situazione è precipitata a causa della crisi internazionale è difficile recuperare i ritardi accumulati. Ma la Regione sta facendo tutto il possibile».

Sotto accusa da parte del movimento di lotta per la casa anche la negazione da parte dei Comuni di Firenze e Sesto del diritto di residenza ai senza casa e ai richiedenti asilo.

Una posizione che l’assessore Baronti condivide: «E’ un diritto fondamentale – ha detto – Se lo neghi, un individuo non ha diritto a niente, gli viene negata a priori la possibilità di inserirsi e di integrarsi. In pratica viene cancellato come cittadino. E’ un diritto che un Comune deve riconoscere».

Fonte: www.regione.toscana.it

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

News dal Network Tecnico