Umbria: gestione del territorio e sviluppo

È l’Umbria come “laboratorio di sostenibilità” l’idea guida del Disegno Strategico Territoriale (Dst”) approvato dalla Giunta regionale e che contiene “i riferimenti strategici prioritari per lo sviluppo della regione, attraverso la migliore utilizzazione delle proprie risorse”.
Lo ha sottolineato l’assessore regionale all’Ambiente e alla Programmazione dello sviluppo sostenibile Lamberto Bottini.

“Con questo documento – ha detto – viene presa a riferimento una concezione dello sviluppo in chiave di sostenibilità, definita a partire dalla considerazione delle caratteristiche del territorio e delle ricadute che in esso hanno le scelte di programmazione.

È, pertanto, uno strumento per la costruzione di politiche di sviluppo radicate nei territori e da questi condivisi, nel rispetto delle problematiche connesse, degli enti locali coinvolti e della pluralità degli strumenti utilizzati”.

Traendo origine dall’integrazione tra la programmazione economica e pianificazione territoriale, la struttura del DST, ha spiegato l’Assessore, pone le basi concrete, per uno sviluppo locale incentrato sulla governance multilivello e su una sua effettiva sostenibilità. 

Essa è stata delineata attraverso diverse fasi di confronto con enti locali e con l’Istituto nazionale di urbanistica e renderà il DST uno strumento in grado di attribuire nuova efficacia e procedure comuni nei diversi settori che compongono le politiche di sviluppo dando nuova coerenza alle iniziative di pianificazione e a quei progetti regionali di grande respiro già definiti o in corso di attuazione.

Le proposte progettuali dovranno essere accompagnate da corrispondenti volontà istituzionali espresse dai vari soggetti coinvolti nelle iniziative (Stato, Regione ed Enti locali nonché privati operatori): solo attraverso questo percorso di condivisione il DST potrà portare a dei risultati concreti valorizzando le iniziative sul territorio elaborate nello sviluppo sostenibile della regione.

“Mettendo a sistema sensibilità già da tempo presenti nella comunità regionale – ha spiegato ancora Bottini – l’idea guida elaborata per la costruzione del Disegno Strategico Territoriale è quella dell’Umbria laboratorio di sostenibilità: un orizzonte in cui la qualità ambientale, mantenuta e perseguita ai diversi livelli, si pone come quadro generale di riferimento attorno al quale addensare le energie istituzionali, sociali e produttive, in grado di definire un modello di sviluppo innovativo e per qualificarne la sua rilevanza nel contesto nazionale, basandosi sulla centralità geografica e sui valori di qualità del territorio umbro”.

“La declinazione sul territorio del ‘laboratorio di sostenibilità’, ossia la costruzione della visione strategica del territorio regionale – ha detto, inoltre, l’assessore Bottini – richiede due passaggi.

In primo luogo, la consapevolezza del fatto che la sostenibilità deve essere basata sulla valorizzazione delle differenze tra i contesti regionali, in un’ottica di coesione.

In secondo luogo, in una prospettiva fondata sulla territorializzazione dello sviluppo a partire dalle risorse territoriali e dall’identità regionale, il paesaggio non può essere interpretato unicamente come risorsa da tutelare o come tema settoriale cui riferirsi con strumenti e politiche specifiche, ma al contrario come riferimento strategico per orientare l’insieme delle politiche e delle azioni territoriali, oltre che per ricondurre al territorio le politiche di sviluppo”.

“Il Dst – ha concluso Bottini – proponendo una visione strategica del territorio regionale, ne approfondisce le conseguenze territoriali e la pone come quadro di riferimento per le politiche e le azioni di programmazione, pianificazione territoriale e paesistica.

Rappresenta, pertanto, un contributo alla articolazione e territorializzazione delle politiche regionali di sviluppo e dei contenuti programmatici del Programma operativo regionale (‘Por’) così come un contenuto essenziale programmatico – progettuale delle politiche paesistiche regionali, da articolare e approfondire all’interno del Piano paesaggistico regionale.

È, infine, uno strumento di ‘governance’, come riferimento per l’integrazione di temi e, di conseguenza, di competenze settoriali, a partire da quelle proprie della Regione”.

Fonte: www.regione.umbria.it

 

 

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