Rischio sismico, in Emilia Romagna la nuova carta della pericolosità

Questa mattina ricercatori e tecnici si incontrano a Bologna per discutere i risultati degli studi sull’assetto sismotettonico dell’Appennino emiliano-romagnolo e della pianura padana. Lo studio, che ha portato alla definizione di nuovi elementi sulla pericolosità sismica regionale, vuole fornire all’Amministrazione documenti maggiormente rappresentativi per indirizzare, in maniera più mirata, le risorse e le strategie di prevenzione e attuare in modo sempre più consapevole le politiche di riduzione del rischio sismico.

In seguito al terremoto del maggio 2012, la Regione ha messo in atto, insieme all’attività legata alla gestione dell’emergenza, una serie di studi volti ad approfondire gli aspetti geologici legati alla sequenza sismica.

Tra questi si annovera questo lavoro, svolto in collaborazione con l’Università di Siena e Regione Toscana, che ha riguardato una rivisitazione delle conoscenze sismotettoniche e il confronto con le informazioni di sismicità storica disponibili. Il prodotto finale è una carta delle intensità massime attese per i comuni della regione che tenga in maggior considerazione la pericolosità sismica locale e gli effetti osservati in occasione dei forti terremoti, anche extraregionali, che hanno interessato l’Emilia-Romagna e la Toscana. Questa procedura di studio è già stata applicata per aggiornare la stima della pericolosità sismica della Toscana ed è già stata oggetto di due precedenti pubblicazioni della Regione Toscana.

Il programma
Il convegno affronta il tema della pericolosità sismica a scala nazionale e regionale. Si parla della necessità di una nuova stima della pericolosità sismica e sulle limitazioni delle valutazioni precedenti, nonché dei risultati dell’aggiornamento delle conoscenze sulla pericolosità sismica in Emilia-Romagna e delle prospettive di utilizzo di tali dati per la prevenzione sismica.
A tutti i partecipanti verrà distribuito il libro “Assetto tettonico e potenzialità sismogenetica dell’Appennino tosco-emiliano-romagnolo e della Val Padana”, realizzato in collaborazione dalle regioni Toscana e Emilia-Romagna e l’Università di Siena.

La normativa vigente
Attualmente i documenti rappresentativi della pericolosità sismica del territorio italiano sono la mappa di classificazione sismica nazionale, entrata in vigore in Emilia-Romagna nel 2005, e le mappe delle accelerazioni massime attese per determinati periodi di ritorno elaborate dall’Istituto Nazionale di Geofisca e Vulcanologia nel 2004. Quest’ultime sono riferimento fondamentale per la vigente normativa tecnica (Norme Tecniche per le Costruzioni del 2008) poiché forniscono i parametri necessari alla progettazione degli edifici. Queste mappe si basano su un approccio probabilistico, cioè esprimono la probabilità che in un dato periodo di tempo (tempo di ritorno) si verifichi un terremoto capace di raggiungere o superare lo scuotimento atteso (attualmente espresso in termini di accelerazione massima al suolo).

Grazie a studi come quello presentato nel Convegno “Verso una nuova mappa della pericolosità sismica” anche analisi di tipo probabilistico, come quelle che hanno portato alla redazione delle mappe “ufficiali”, possono essere arricchite di nuovi dati allo scopo di ottenere mappe di pericolosità sempre più realistiche.

 

Fonte: Regione Emilia Romagna

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