Anci, proroga i ristori nel 2022 e ampliamento dei crediti per il caro energia

Nell’ultimo triennio si sono registrati numerosi finanziamenti statali per il rinnovo del parco bus delle aziende di trasporto pubblico. Ma a causa della crisi dei ricavi legata al Covid e al caro energia, rischiamo un effetto paradossale: avere un parco mezzi rinnovato, con migliori standard emissivi, ma che resta in deposito perché non ci sono le risorse correnti per assicurare i livelli quantitativi per un servizio frequente. Per questo – ha evidenziato Federico Manzoni, Assessore alle Politiche della Mobilità ed ai Servizi Istituzionali del Comune di Brescia, che ha rappresentato l’Anci davanti la Commissione Trasporti della Camera per l’audizione in tema di erogazione dei ristori per i danni al trasporto pubblico locale causati dall’emergenza COVID-19 – chiediamo due azioni congiunturali e due azioni strutturali”.
Sul primo fronte, che lo Stato, che ha erogato importanti risorse nell’ultimo biennio, rifinanzi per il 2022 il fondo per la compensazione dei mancati ricavi: ad oggi infatti la domanda di mobilità è ancora inferiore di circa un terzo ai livelli pre covid e questo continua a pesare significativamente in termini di minori introiti tariffari”.

Il Caro energia

Manzoni si è soffermato sulla seconda emergenza che riguarda il settore.
Il caro energia, comprensivo della componente carburanti, ha un impatto pesantissimo sulla filiera dei trasporti e dunque anche del trasporto pubblico locale. Nel 2021 la bolletta per l’energia elettrica nel settore del Tpl ha avuto un incremento del 45 % rispetto al 2019 e nel primo trimestre di quest’anno quella del metano è su livelli tripli rispetto al 2019. Una grave problematica per tutto il comparto, indipendentemente dalle scelte di alimentazione assunte dalle singole aziende di trasporto”.
Su questo punto l’assessore bresciano ha ribadito la richiesta avanzata da Anci di rivedere le norme che regolano l’accesso al contributo straordinario di 1 miliardo e 200 milioni di euro, erogato come credito di imposta per le imprese energivore e quelle a forte consumo di gas naturale. “Il perimetro delle imprese beneficiarie di questo credito va dunque allargato alle aziende di trasporto pubblico locale, che sono certamente energivore quanto quelle di altri settori inclusi”, ha sottolineato.

Ma accanto a queste due misure congiunturali Manzoni ha indicato un intervento strutturale che Anci ritiene essenziale: la revisione dell’entità del Fondo Nazionale TPL. “Attualmente il fondo ha una dotazione di 4,9 miliardi, che in base all’ultima legge di bilancio sarà gradualmente incrementata di circa 150 milioni di euro su base annua nel prossimo quinquennio. Questa dotazione continua però ad essere molto distante dalla sua quantificazione storica, che fino al 2010 (ovvero alla stagione dei tagli lineari) si attestava a 6 miliardi di euro. Ora che quella stagione è finita e che sono incrementate le dotazioni infrastrutturali con nuove metropolitane e tramvie e quindi con costi fissi maggiori, non è pensabile che il monte risorse rimanga inferiore del 20% rispetto a quello storico”.
L’aumento del fondo deve accompagnarsi alla ripresa del cammino per la revisione dei criteri di riparto sulla scorta del dpcm del 2013, che ha trovato effettiva attuazione nel solo anno 2016”, ha concluso Manzoni.

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